GESTIONE IMPIANTI DI DEPURAZIONE E DI SOLLEVAMENTO
CIVILI E INDUSTRIALI
Gli impianti di sollevamento (sia liquami domestici, o sia acque meteoriche) vengono impiegati per trasferire mediante pompaggio le acque a un sito di maggior quota.
Sono costituiti da una vasca monoblocco a pianta circolare, quadrata o rettangolare, completa di copertura ispezionabile, e accessoriata di una o due elettropompe sommergibili con relativi accessori (regolatori di livello a galleggiante, tubazioni di mandata).
Il volume utile della vasca è determinato dall’altezza della colonna d’acqua compresa dal fondo vasca al livello di entrata in funzione della pompa (ossia il massimo livello segnalato dal galleggiante superiore). Il volume utile minimo da calcolare sarà il corrispondente alla portata di punta oraria di liquame (o acque meteoriche) in arrivo.
Le elettropompe impiegate sono adeguate al tipo di acque da sollevare. Per acque meteoriche vengono impiegate elettropompe con passaggio libero variabile da 30 mm a 150 mm, mentre per liquami fognari vengono impiegate elettropompe con girante arretrata Vortex aventi passaggio libero variabile da 30 mm a 200 mm.
Le pompe di sollevamento funzionano automaticamente mediante consenso dei regolatori di livello, i quali sono incorporati di serie nelle elettropompe con motore monofase, mentre per le elettropompe con motore trifase sono installati a parte (un solo regolatore per Impianti di sollevamento con una pompa, e n. 3 regolatori per Impianti di sollevamento con due pompe).
LE FOSSE IMHOFF
Le Fosse Imhoff vengono impiegate per chiarificare liquami grezzi provenienti direttamente dagli scarichi di abitazioni, scuole, asili, ristoranti, alberghi, convitti, collegi, ecc… Sono costituite da una vasca a pianta circolare o rettangolare, da installare entro terra, ispezionabili dall’alto attraverso le ispezioni situate nelle coperture delle vasche stesse. Funzionalmente sono divise in due comparti (collegati idraulicamente tra di loro): uno superiore di sedimentazione e uno inferiore di accumulo e digestione anaerobica dei fanghi sedimentati.
Specificatamente: – comparto di sedimentazione: tale comparto internamente è costituito da una cameretta rettangolare (o circolare) disposta orizzontalmente. Nella parte sottostante si trovano poste due pareti inclinate e convergenti nel centro vasca, creando fessurazione per il passaggio dei fanghi sedimentati.
Al tempo stesso, le sostanze più leggere (fanghi leggeri, schiume, oli, ecc…), si accumulano in superficie del comparto stesso. – comparto di digestione: questo comparto si trova nella parte sottostante della vasca. In esso si raccolgono per caduta naturale le sostanze sedimentate che, accumulandosi nel fondo, tendono a ispessirsi (diminuzione di volume fino al 50%).
Dopo il trattamento, il refluo esce dalla vasca Imhoff quasi depurato (Vi sono delle tabelle, con parametri igienico sanitari che devono essere rispettati) e può essere immesso nel terreno tramite una canalizzazione dalla superficie completamente forata che nel complesso viene definita a “subirrigazione” oppure in collettori fognari collegati a impianti di depurazione centralizzati.
VALVOLE DI NON RITORNO
Cerchiamo innanzitutto di comprendere come funziona la fognatura comunale. Le reti fognarie servono a captare e trasferire i liquami in un apposito impianto di raccolta dove i fluidi vengono sottoposti a depurazione prima di essere reintegrati nel naturale ciclo delle acque. Due sono le principali tipologie di rete fognaria: c’è la tipologia a raccolta mista e quella a raccolta separata.
Nella prima confluiscono sia le acque nere (quelle degli scarichi dei sanitari del bagno, del lavello della cucina, della lavatrice e della lavastoviglie) sia le acque bianche (acque di pioggia). Nella seconda tipologia, invece, acque bianche e nere sono differenziate e corrono in tubi separati.
Nel caso della fognatura mista il dimensionamento della rete dipende direttamente dalle portate delle acque meteoriche dato che le acque nere generano una portata decisamente inferiore. Se la rete è dimensionata secondo necessità standard per le acque meteoriche, succede allora che in occasione di un violento temporale il sistema non sia sufficiente al deflusso e le acque tendano a causare reflussi negli impianti delle abitazioni che si trovano più vicini al livello fognario, quindi generalmente nei piani interrati. Nei casi peggiori si può verificare un vero e proprio rigurgito che può uscire dalla tazza del wc e bagnare il pavimento.
Soluzioni per il reflusso dalla fognatura
Se questa situazione si verifica spesso è allora opportuno prendere dei provvedimenti. Innanzitutto è consigliabile segnalare il problema all’ufficio tecnico del Comune, che avrà modo di valutare eventuali correzioni di una rete fognaria probabilmente sottodimensionata. In secondo luogo si può agire sugli scarichi di nostra proprietà in modo da risolvere il problema indipendentemente dalla modifica della rete fognaria comunale.
Una prima soluzione è installare una valvola detta di ritegno o di non ritorno o antirigurgito.
Si tratta di una valvola che permette una sola direzione del flusso.
Se installata in prossimità dell’allacciamento del nostro impianto alla rete fognaria, la valvola di ritegno impedisce che le acque della rete provochino nuovamente dei reflussi nel nostro impianto.
LE SIFONATURE
Il Sifonature ne Esistono diversi tipi impiegati negli impianti idraulici: a collo d’oca (a “P”, a “S” e anche nella variante “salva spazio”), a bottiglia, a pozzetto d’ispezione. Essi sono tutti accomunati dalla presenza di una zona di ristagno volontario del fluido di lavaggio dell’apparecchio sanitario, costituito da un serbatoio o un’ansa.
Un classico esempio è il raccordo idraulico fra lo scarico di un vaso sanitario e la colonna fognaria. Il sifone serve a evitare che il cattivo odore proveniente dalla colonna di scarico giunga attraverso il water nell’abitazione: l’acqua pulita, che rimane intrappolata nel ventre della curva del sifone impedisce questo fenomeno.
In caso di prolungato inutilizzo, l’acqua che rimane nel sifone può progressivamente evaporare, consentendo ai miasmi di transitare fino all’imbocco della tubazione e di disperdersi nel locale abitativo. Lo stesso problema può verificarsi quando l’acqua accumulata del sifone viene prosciugata dalla depressione creata dal risucchio di uno scarico di un’altra abitazione o locale che si immette sulla stessa colonna. Immettendo acqua (ad esempio, nel caso di un water, scaricando nuovamente l’acqua) si ripristineranno le condizioni iniziali e il sifone continuerà a funzionare regolarmente.
Come già accennato, il sifone tende a trattenere oggetti, capelli, terra e altri depositi di vario genere fino a giungere alla completa ostruzione. In tal caso il sifone non permetterà il regolare deflusso dell’acqua, con conseguente crescita del livello oltre la normale altezza standard. Per rimuovere il blocco è necessario intervenire con apposite sonde a pressione, per evitare inconvenienti, tipo allagamenti e cedimenti strutturali dovute a infiltrazioni, si consiglia di effettuare con l’ausilio di macchine canal-jet almeno due pulizie nell’arco dell’anno.
DEGRASSATORE DOMESTICO
Il degrassatore non è altro che un separatore di grassi che funziona in base al principio di gravità, per differenza di densità: le sostanze pesanti cadono a fondo e le sostanze leggere, quali grassi e oli, galleggiano in superficie.
Perché sia regolamentare deve essere certificato UNI CE – EN 1825 – 1 Impiego Trattamento primario delle acque grigie provenienti da civili abitazioni (cucina, docce, lavatrici, bidet, ecc) Come detto, la degrassatura è un pretrattamento fisico di rimozione degli oli, delle schiume, dei grassi, e di tutte le sostanze che hanno peso specifico inferiore a quello del liquame.
Grassi e oli vengono prodotti durante la normale attività domestica derivano dal consumo di burro, margarina, lardo e oli vegetali, provengono anche dagli scarti di carne e verdura e da alcuni prodotti cosmetici.
I grassi sono insolubili in acqua ed hanno bassa densità.
In presenza di tensioattivi (detersivi) creano schiume stabili di materiale galleggiante che possono causare accumuli di sostanze putrescibili nelle condotte di scarico e che rendono difficile la ossigenazione delle acque risultando dannose anche per i trattamenti biologici di depurazione situati a valle.